Odontoiatria

Odontoiatria Conservativa

L’odontoiatria conservativa si occupa della cura dei denti con procedure, come dice il termine, molto poco invasive.

Le tecniche di ricostruzione conservative possono essere usate solo quando la lesione subita dal dente è modesta e permette la ricostruzione della parte malata o mancante del dente mediante l’uso di materiali specifici.

Oggi il materiale più usato per la ricostruzione dei denti e il Composito che ha lentamente soppiantato l’uso delle Amalgami (le vecchie piombature…) penalizzate dalla presenza di alte percentuali di mercurio, vero e proprio veleno ormai bandito perfino dai termometri.

Se la lesione del dente è più profonda ed arriva ad interessare la parte centrale dove risiede il nervo, allora non si potrà più eseguire un trattamento conservativo ma bisognerà procedere alla Terapia Canalare che di fatto attraverso la rimozione del nervo permette (la cosi detta devitalizzazione…) tecnica che ricade nella Odontoiatria Endodontica o Endodonzia.

Endodonzia

Quando la conservativa si arrende, arriva la Endodonzia.

Se lo spazio vitale del nervo è stato violato, non ci sono purtroppo al momento cure che ci permettano di mantenerlo: qualunque tentativo ci porterebbe alla sua necrosi con conseguenti ascessi ed infezioni.

Quindi in queste situazioni non ci resta che asportarlo. La rimozione del nervo va effettuata con molta attenzione, perché è fondamentale che venga rimosso completamente fino all’apice delle sue radici, pena il fallimento del trattamento canalare con comparsa di granulomi a distanza di tempo variabile.

Oggi sono disponibili delle apparecchiature elettroniche che ci aiutano notevolmente nel trattamento canalare, dandoci informazioni sulla lunghezza delle radici e sul posizionamento dei nostri strumenti canalari all’interno delle radici stesse.

Anche nelle esecuzioni di protesi fisse può essere necessario ricorrere all’endodonzia, visto che in alcune situazioni nell’eseguire delle capsule si rende necessario invadere lo spazio del nervo, che ovviamente andrebbe allora rimosso.

Parodontologia

La parodontologia studia i tessuti che circondano il dente e che grazie al loro benessere permettono la permanenza del dente nella sua sede.

Nel dente naturale il parodonto (peri = attorno; odons = dente) è costituito da Gengiva, Osso alveolare, Cemento radicolare (tessuto che ricopre la radice del dente) e Legamento parodontale.

Il nemico numero uno, ma non l’unico, di questi tessuti è il Tartaro, la cui presenza prolungata nel tempo, in particolare se aggravata dal fumo, può portare alla perdita progressiva dei denti (quella conosciuta come piorrea…)

Ma ci sono anche altre situazioni che richiedono l’attenzione del paradontologo, quali per esempio anche le problematiche inerenti i tessuti attorno agli impianti (le Perimplantiti)

Chirurgia

La chirurgia odontostomatologica è un capitolo molto ampio della odontoiatria, e questo grazie alle incredibili evoluzioni delle conoscenze e delle tecniche negli ultimi quaranta anni.

Una volta la chirurgia era prevalentemente demolitiva ed era mirata principalmente alla estrazione dei denti. Oggi nuove tecniche e nuove conoscenze ci permettono di guarire situazioni molto compromesse o, qualora i denti fossero ormai perduti, di ricreare localmente situazioni adeguate che permettano di rimettere gli elementi perduti mediante impianti.

Oggigiorno un buon dentista deve essere anche un buon chirurgo per poter sfruttare tutte le possibilità che le nuove conoscenze ci offrono.

Protesi Dentarie

Per Protesi si intende tutto quello che di artificiale viene creato ed inserito in bocca per ricostruire una fisiologia ed una estetica compromessa.

Capsule, ponti fissi, protesi mobili, insomma tutto quello che ci viene in soccorso quando perdiamo dei denti ricade nella branca della protesi.

I materiali che vengono usati sono importanti, ma più importante ancora è la precisione che ogni protesi, in particolare quella fissa, deve avere.

L’uso del microscopio è in questi casi obbligatorio e altrettanto fondamentale è la funzionalizzazione dei lavori protesici, cioè di fare in modo che tali lavori si integrino nella dinamica masticatoria.

Grazie all’uso sempre più diffuso dell’implantologia oggi si tendono ad usare sempre di più le protesi fisse, anche in mancanza assoluta di denti.

Implantologia

L’incredibile evoluzione delle conoscenze in campo medico ci ha permesso di risolvere mediante l’implantologia un gran numero di casi una volta destinati a restare senza denti fissi.

L’implantologia consiste essenzialmente nel posizionamento di radici sintetiche (titanio) nell’osso alveolare (cioè della bocca) su cui in tempi più o meno veloci (a seconda della qualità dell’osso e della resistenza che l’osso stesso offre all’inserimento dell’impianto -torque- ) si può posizionare una capsula o un elemento di un ponte o un attacco per stabilizzare una protesi mobile.

Risulta evidente che per mettere un impianto nell’osso la condizione indispensabile è che ci sia osso sufficiente: purtroppo spesso ad una perdita di un dente si ha anche una perdita dell’osso in quel settore che rende più difficile il posizionamento di un impianto.

Il ricreare l’osso mancante è però oggi possibile grazie a tecniche e materiali innovativi che rendono possibile l’implantologia in situazioni fino a pochi anni fa considerate senza speranza.

Gnatologia

La gnatologia è la branca che studia la funzione dell’ articolazione temporomandibolare (chiamata ATM).

L’importanza che questa piccola articolazione riveste nel favorire il benessere di tutto l’organismo è tale che si sono create delle scuole specifiche indirizzate allo studio e alla soluzione dei problemi inerenti l’ATM.

Le connessioni che legano questo piccolo distretto al resto del corpo sono enormi e di conseguenza un problema in questa area ri riverbera in maniera più o meno importante nel reto del corpo umano, creando problematiche posturali, cefalee, cervicalgie etc.

La soluzione: spesso è più facile di quello che si possa pensare: con un bite e delle norme di comportamento può tornare tutto a posto. Altre volte però il percorso riabilitativo e più complesso e per ridare benessere al paziente può essere necessario intervenire, modificandolo, nell’occlusione del paziente, modificando cioè il meccanismo di chiusura dei denti.

Ortodonzia

In parole povere fino a qualche anno fa la parola Ortodonzia era sinonimo di “Addrizzare” i denti.

Poi ci si è accorti che non basta “addrizzarli” per risolvere i problemi, ma bisogna farlo rispettando non i nostri canoni di estetica, ma piuttosto le esigenze funzionali di ogni singolo paziente.
E così le nuove scuole ortodontiche tendono oggi a ricercare maggiormente la funzione.

L’estetica non viene ignorata, per carità, ma la ricerca della becca perfetta non passa più per una ricerca di stereotipi famosi (es: “voglio i denti di Robert Redford), perché ognuno ha la propria estetica e questa si realizza soltanto quando si sposa con una funzione perfetta.

Arrivare a tale risultato è oggi sempre più facile, serve solo pazienza perché, come quasi tutti sanno, questo tipo di terapie sono lunghe, in particolari quando vengono effettuate nei bambini in crescita, dove peraltro si ottengono i migliori risultati.